Un nuovo modo di fare ristorazione ospedaliera
In merito alla ristorazione ospedaliera, lo strumento utilizzato per raccogliere le diverse tipologie di protocolli alimentari è il
dietetico ospedaliero, che descrive le linee guida e le caratteristiche nutrizionali che i menu devono avere a seconda delle patologie. Questi menù in ospedale comportano scelte di eliminazione o aggiunte di cibi particolari, oppure differenti tipologie di servizio e preparazione.
Un’operazione complessa che con MedEat diventa facile e automatica per chi eroga il servizio di ristorazione ospedaliera
La prescrizione della dieta è un atto medico, registrato sulla cartella clinica e infermieristica: per questo il pasto diventa al pari della somministrazione di una terapia. Le implicazioni di questo processo devono pertanto essere a tutela del paziente, che deve ricevere il pasto giusto assegnato nella composizione e comfort alberghiero: solo una etichetta nutrizionale è in grado di garantire tutto ciò.
In questo ambito MedEat ha sviluppato e applicato la tecnologia alimentare per realizzare
alimenti pronti al consumo, grammati, etichettati con l’indicazione degli ingredienti e della loro composizione nutrizionale, con l’evidenza degli allergeni presenti.
Le Tecnologie Alimentari come strumento per la terapia e la nutrizione sanitaria
MedEat non si è occupata solo della ricetta ma anche dell’aspetto edonistico nella presentazione del piatto: se è vero che prima “si mangia con gli occhi” questo vale molto di più quando il consumatore è malato, fragile.
In caso di disfagia, ad esempio, frullare il cibo fa “perdere” ogni colore, sapore all’alimento e anche nel caso si utilizzino prodotti liofilizzati, “la perdita di forma, aspetto, colore” disincentiva il paziente a mangiare soprattutto se questo tipo di alimentazione viene assegnata per molti giorni, mesi o anni!
Il menù ospedaliero è a tutti gli effetti parte della terapia del paziente
MedEat è in grado di garantire i diversi menu che compongono il dietetico ospedaliero selezionando ricette mirate i cui componenti sono tracciati nell’etichetta nutrizionale che a questo punto diventa la “carta di identità” del piatto.